In un contesto lavorativo sempre più competitivo, il patto di non concorrenza (PNC) si rivela…
Blocco licenziamenti: la proroga, c’è chi licenzia e chi no.
Blocco licenziamenti: cosa è stato deciso in merito all’ultima proroga? Cerchiamo di fare chiarezza sulle ultime regole. La fine del blocco dei licenziamenti riguarda la cosiddetta “cassa integrazione COVID” , uno dei principali strumenti adottati dal governo per attenuare le conseguenze economiche della pandemia, introdotta per evitare che migliaia di persone rimanessero senza lavoro e retribuzione per via della crisi economica.
Finora chi vi faceva ricorso era obbligato a non licenziare i propri dipendenti, ma dal 1º luglio le aziende non saranno più soggette a questo divieto, almeno non tutte. Ricordiamo che il Decreto Sostegni prevedeva il blocco dei licenziamenti fino al 30 giugno. Le cose, ora cambiano. Dal 1° luglio al 31 ottobre resta il blocco dei licenziamenti per i destinatari dell’assegno ordinario e della cassa integrazione in deroga.
Blocco licenziamenti: il nuovo decreto
Il nuovo decreto-legge conferma il divieto di licenziamento ma solo per alcuni settori maggiormente colpiti dagli effetti dell’emergenza Covid. Come preannunciato è stata raggiunta dopo un lunga trattativa con le parti sociali una soluzione mediana con proroga del blocco fino al 31 ottobre per i settori:
- Tessile
- abbigliamento
- pelletteria
Per questo settori sono previste anche ulteriori 17 settimane di CIG gratuita,senza addizionali fruibili dal 1 luglio al 31 ottobre 2021. A tutte le altre aziende industriali e dell’edilizia ( che utilizzano la CIG) è rivolto l’invito comune firmato da Governo e parti sociali di utilizzare le 13 settimane già previste dal dl Sostegni prima di procedere ai licenziamenti. Si tratta comunque di una raccomandazione, non di una norma imperativa. In sintesi, quindi, Il Decreto Legge 30 giugno 2021, n. 99, cioè il c.d. Decreto Lavoro approvato dal Governo per introdurre nuove misure per lavoratori, imprese e fisco, prevede una proroga del blocco licenziamenti ma solo per alcuni settori di attività.
Blocco licenziamenti: come funziona esattamente.
Il blocco di licenziamenti è stato introdotto per la prima volta con il Decreto Legge 17 marzo 2020, n. 18, ovvero il c.d. Decreto Cura Italia. Questo blocco era previsto inizialmente solo per 60 giorni. Ovvero, fino al 16 maggio 2020. Era applicato a tutti i datori di lavoro indipendentemente dal numero dei dipendenti. Il blocco prevedeva il divieto di licenziare ed in particolare, lo stop a:
- recesso del contratto individuale per giustificato motivo oggettivo, compreso il licenziamento economico;
- procedure di individuazione dei lavoratori da mettere in mobilità e licenziamenti collettivi;
- procedure di licenziamento precedenti avviate dopo la data del 23 febbraio 2020, ovvero quando c’è stata la proclamazione dello stato di emergenza nazionale.
Lo stop è stato poi prorogato in diversi decreti emergenziali, fino a che non è stato limitato alle aziende in cui venivano utilizzati gli ammortizzatori sociali straordinari, previsti per l’emergenza Covid, con il Decreto Sostegni.
Le nuove regole del decreto 30.6.2021
Possiamo elencare alcune delle principali novità introdotte dal nuovo decreto del 30.06.2021:
- proroga del blocco licenziamenti fino al 31 ottobre SOLO per i settori piu in crisi ovvero Tessile-abbigliamento e pelletteria calzature;
- per gli stessi settori 17 settimane di cassa integrazione gratuita;
- 13 settimane di cassa integrazione straordinaria gratuita per le aziende che hanno esaurito gli ammortizzatori di emergenza COVID;
- istituzione di un nuovo fondo per il potenziamento delle competenze e la riqualificazione professionale
Quali i settori che possono ora licenziare? Non vi è divieto di licenziamento in caso di:
- cessazione definitiva dell’attività dell’impresa o chiusura;
- se vi è un accordo collettivo aziendale;
- fallimento;
- lavoratori che subentreranno con un’assunzione presso un nuovo appaltatore;
- licenziamenti per giusta causa o giustificato motivo soggettivo;
Cambiando argomento: hi già letto il nostro articolo sulle indennità del decreto sostegno?