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Sediamoci e togliamo la mascherina.

In Primis c’è la Cassa integrazione Covid gratuita per le aziende finché sarà necessario. Cassa Covid 2021 in Legge di Bilancio, la domanda entro febbraio. Per le imprese italiane, il Governo è intenzionato a garantire questo ammortizzatore sociale fino a che sarà necessario, dunque come minimo fino alla fine dello stato di emergenza nazionale per la pandemia da Coronavirus. Pare che ciò che conta è garantire alle imprese la prosecuzione della cassa integrazione gratuita, senza costi aggiuntivi. E questa è cosa buona e giusta.

Poi c’è il Piano Vaccini anti Covid-19 che mira a ristabilire un minimo di equilibrio socio-sanitario, ma nella migliore delle ipotesi la sua conclusione non è ipotizzabile prima del prossimo autunno. Senza considerare che gli effetti di una crisi economica come quella che stiamo vivendo si protrarranno ancora per molto tempo. Significa un altro anno di difficoltà e dunque un altro anno, se non di emergenza nazionale, quanto meno di aiuti e ristori da erogare.

Cassa integrazione Covid

Recovery Plan italiano

Vediamo i progetti medio-grandi del Recovery Plan italiano per mettere a frutto le risorse del Next Generation EU sono ben altra cosa rispetto alle insistenti richieste dei negozi di vicinato, delle PMI di qualunque settore (non solo ristorazione e turismo), dei professionisti, della piccola industria. Per questa platea servono iniezioni di liquidità, ed anche velocemente.

Quali toppe applicare ad un’economia reale che non sa più che pesci pigliare? Tra zone gialle, arancioni, rosse e presto anche bianche?
Si tamponerà con la cig per le aziende, con o senza comprovate perdite di fatturato, e in parallelo applicare deroghe in materia di contratti (rinnovi a termine senza causale, blocco licenziamenti) in attesa che si concretizzi la riforma del lavoro e degli ammortizzatori sociali (stabilità di maggioranza permettendo).

Il braccio di ferro politico…voluto o non voluto, comunque in seno alla “maggioranza” potrebbe rallentare l’erogazione dei sussidi già promessi (ex-Ristori 4 in ritardo e futuro Ristori 5 impantanato). Intanto, l’Agenzia delle Entrate ha erogato tutti i ristori automatici del Decreto Natale (628 milioni di euro, accreditati su IBAN dei beneficiari). Un’altra toppa che, come la CIG, è destinata a protrarsi finché perdurerà il balletto dei colori per le attività commerciali e gli spostamenti degli Italiani, con il conseguente impatto sui consumi.

Recovery Plan Italia

Decontribuzione del Sud

Ma c’è la decontribuzione Sud, che prevede lo sconto del 30% sui contributi a carico dei datori di lavoro con sede in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia per il personale dipendente, con proroga fino al 2025, per poi scendere al 20% nel 2026-2027 e al 10% nel 2028-2029.

L’agevolazione si applica a tutti, tranne: il settore agricolo, lavoro domestico e alle seguenti tipologie di imprese: enti pubblici economici, istituti autonomi case popolari, enti trasformati in società di capitali, ex istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza trasformate in associazioni o fondazioni di diritto privato, aziende speciali costituite anche in consorzio, ai consorzi di bonifica e consorzi industriali, agli enti morali e a quelli ecclesiastici.

Ma c’è anche il Credito d’imposta investimenti imprese che è valido fino al 2022 e riguarda gli investimenti nel Sud , già previsto dalla manovra 2016 fino al 2020; per l’acquisto di beni strumentali (macchinari, impianti e attrezzature varie) destinati a strutture produttive in Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna, e in alcune aree di Molise e Abruzzo, ed è un credito d’imposta modulato in base alle dimensioni d’impresa:

  • 45% per le piccole imprese;
  • 35% per le medie imprese;
  • 25% per le grandi imprese.

Decontribuzione Sud e riduzione tasse

Investimenti e nuovi stabilimenti

Si precisa che la Fondazione Studi del Consulenti del Lavoro sottolinea, in una recente circolare esplicativa, ha precisato che per ottenere tale beneficio bisogna che gli investimenti in questione devono «fare parte di un progetto iniziale in conformità alle disposizioni comunitarie». In pratica, l’investimento deve riguardare un nuovo stabilimento (nuova iniziativa economica per le grandi imprese); l’ampliamento della capacità di uno stabilimento esistente; la diversificazione della produzione di uno stabilimento per ottenere prodotti mai fabbricati precedentemente e a un cambiamento fondamentale del processo produttivo complessivo di uno stabilimento esistente.

Se il Fisco non lo riconosce… Poi…Poi c’è “Resto al Sud”…come ottenere il finanziamento?
E’ l’incentivo per la nascita di nuove imprese nel Sud che era stato introdotto dal decreto 91/2017 per la crescita del Mezzogiorno, ora prorogato e potenziato. Si allarga la platea agli imprenditori fino a 55 anni di età (prima spettava fino a 45 anni). E’ un finanziamento per metà a fondo perduto e per la restante metà a tassa zero con copertura del Fondo di garanzia all’80%. Promuove la costituzione di nuove attività in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, e nelle aree del cratere sismico del Centro Italia.

Invitalia gestisce i fondi

Viene gestito da Invitalia, a cui bisogna presentare domanda, e sul cui portale si possono trovare tutte le indicazioni operative.
a…Poi c’è per la Ricerca e Sviluppo un Credito d’imposta, ben scritto al comma 185 della manovra proroga al 2022 (per le imprese di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia) per stimolare l’avanzamento tecnologico dei processi produttivi e gli investimenti in ricerca e sviluppo, compresi quelli in ambito COVID-19; è pari al 25% per le grandi imprese, al 35% per le medie imprese e al 45% per le aziende di piccole dimensioni.

Nell’ambito della proroga dell’esonero contributivo al 100% per tre anni sulle nuove assunzioni di giovani under 35, fino a un massimo di 6mila euro, c’è un ulteriore beneficio per le imprese che assumono in sedi o unità operative del Sud (Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna), in base a cui l’esonero contributivo è per quattro anni (48 mesi invece che 36).
Tutto qui…rimettiamoci la mascherina e usciamo…